...

pantarei studio

Riequilibrio miofasciale

Il muscolo striato scheletrico, insieme al tessuto osseo, è un organo responsabile della locomozione e del movimento delle varie part del corpo. Esso è costituito da proteine contrattili, la sua fibra muscolare (sarcomero) è di forma cilindrica e può arrivare ad una lunghezza di 30cm.

Partendo dal tessuto osseo (a), ricoperto di periosto, la prima formazione tssutale è il tendine (e) costtuito da tessuto connetvo fbroso poco elastco il quale prosegue progressivamente lungo il muscolo diventando endomisio (g), perimisio (b) ed epimisio (f). L’endomisio (g) è una lamina di tessuto connetvo che ricopre ciascun sarcomero (d) e prende il nome di fascia profonda; il perimisio (b) è una lamina di tessuto
connetvo che avvolge ogni fascicolo (h) e prende il nome di fascia intermedia; l’epimisio (f) è una lamina di tessuto connetvo che avvolge il muscolo in toto e prende il nome di fascia superfciale. Queste tre fasce contnuano rifondendosi nuovamente all’altezza della giunzione muscolo-tendinea creando il tendine distale del muscolo il quale si ricongiunge con il periosto dell’osso adiacente.

Queste tre fasce ospitano una struttura complessa ma fondamentale per la contrazione muscolare (il reticolo sarcoplasmatco, i tubuli a T per il trasportano del calcio, ecc…) nonché vene, arterie, nervi e vasi linfatci.

E’ intuibile l’importanza nel mantenere tali fasce in salute, inoltre la rigidità e la restrizione o la scarsa mobilità e motlità fasciale non permettono una corretta e funzionale contrazione muscolare.
La fascia è un tessuto connettivo fibroso poco elastico ma con una continuità che và dalla testa ai piedi, è un tessuto con proprietà molto importanti in quanto permette lo scivolamento tra varie strutture mentre ne connette tra loro altre, trasmettono il movimento dai muscoli alle ossa e creano un sostegno a visceri, organi, vene, arterie, nervi, vasi linfatci, ecc… La sua elastcità è molto ridota in quanto le fibre di collagene che la costituiscono hanno forma ondulatoria e la trazione applicata le possono raddrizzare permettendo la massima elastcità.
Il tessuto miofasciale mi piace rapportarlo ad un vestito, più è stretto o più ha rigidità e/o restrizioni più il muscolo non riuscirà a contrarsi in modo ottimale portando il nostro sistema nervoso centrale a compensazioni posturali per non farci sentire dolore e per mantenere il sistema in economia. Arriveremo ad un punto in cui ciò non risulta più possibile quindi iniziano i dolori.

E’ intuibile l’importanza nel mantenere tali fasce in salute, inoltre la rigidità e la restrizione o la scarsa mobilità e motlità fasciale non permettono una corretta e funzionale contrazione muscolare.
La fascia è un tessuto connettivo fibroso poco elastico ma con una continuità che và dalla testa ai piedi, è un tessuto con proprietà molto importante in quanto permette lo scivolamento tra varie strutture mentre ne connette tra loro altre, trasmettono il movimento dai muscoli alle ossa e creano un sostegno a visceri, organi, vene, arterie, nervi, vasi linfatici, ecc… La sua elasticità è molto ridota in quanto le fibre di collagene che la costituiscono hanno forma ondulatoria e la trazione applicata le possono raddrizzare permettendo la massima elasticità.
Il tessuto miofasciale mi piace rapportarlo ad un vestito, più è stretto o più ha rigidità e/o restrizioni più il muscolo non riuscirà a contrarsi in modo ottimale portando il nostro sistema nervoso centrale a compensazioni posturali per non farci sentire dolore e per mantenere il sistema in economia. Arriveremo ad un punto in cui ciò non risulta più possibile quindi iniziano i dolori.

Quante volte abbiamo provato a fare vari tpi di trattamenti e massaggi senza ottenere risultati? Il Riequilibrio Miofasciale o il tratramento fasciale permette di normalizzare le fasce muscolari migliorando la contrazione muscolare e di conseguenza la postura, parliamo di un percorso per ri-ottenere il benessere, questo và allegato ad uno stile di vita sano modificando quei vizi posturali iniziali che hanno iniziato l’iter negativo.
Il massaggio miofasciale prende il nome dal suffisso “mio” che deriva da muscolo e “fasciale” da fascia. Si trata di una tecnica manuale che non lavora sui muscoli, ma tra i muscoli (cioè sulla fascia che li riveste); essa trae le sue origini dall’osteopata di Andrew Taylor Stll, la prima che ha messo in risalto l’importanza della fascia intesa come tessuto connettivo che riveste l’organismo a livello sottocutaneo. Pur richiedendo da parte dell’operatore grande precisione e buona conoscenza dell’anatomia, il massaggio miofasciale non è di per sè complesso ma deve essere modulato in base alle necessità del destinatario.
Il massaggio miofasciale vanta numerosi benefici sull’organismo di coloro che vi si sottopongono, primo fra tut quello di un generale benessere immediato e difufso, da subito infatti i pazienti si sentono più liberi e scioltu nei quotidiani movimenti senza alcuna sensazione dolorosa, anzi riferiscono una particolare sensazione di agilità e leggerezza. Il massaggio miofasciale è molto apprezzato, fra gli altri benefici, anche per le sue proprietà di miglioramento del flusso venoso e linfatico possibile solamente grazie alle manipolazioni mirate ad agire in profondità sulle fasce muscolari che devono essere de-contrate per poter eliminare il dolore.


La seduta tipo
In un’atmosfera calda e avvolgente, resa tale anche da luci soffuse e musica di sottofondo, il paziente deve riuscire a rilassarsi completamente, cercando di allontanare i pensieri della vita quotidiana. Prima di allora, però, il massaggiatore avrà chiesto al paziente di fornire qualsiasi informazione utle sui disturbi che lo afiggono. Il massaggiatore contnuerà quindi a mantenere un contato verbale con il paziente per l’intera durata del massaggio, illustrandogli le varie manovre che esegue e chiedendogli di cambiate posizione ogni volta ciò si renda necessario. La seduta ha inizio con il paziente sdraiato in posizione supina, con il massaggiatore che esplora il corpo con manovre, cercando di individuare i punt di tensione. La palpazione dello stato connetvale permete di capire chiaramente se soto lo stato dermico esistono tensioni muscolari. Operando sullo strato connetvale in tensione per via rifessa, il massaggiatore otene quindi la distensione dello stato muscolare.

Fin dalla seduta successiva, che può avvenire anche a distanza di 3/4 giorni. Una seduta dopo l’altra, il corpo risulterà sempre più sciolto e di conseguenza penetrabile. Le prime sedute non avranno una durata maggiore di 40-45 minuti, per non sottoporre il fisico ad eccessivo stress; una volta che il paziente si sarà abituato al trattamento, esso potrà anche raggiungere la durata di 60 minuti.
Le controindicazioni non sono molte ma assolutamente non devono essere trattate tute quelle zone dove sono presenti infiammazioni importanti, ove ci sono situazioni vascolari compromesse e ove ci sono edemi.